Quando muore qualcuno, soprattutto se è giovane, a volte penso ad una domanda che spesso ripetiamo: ”Il peggio è di chi rimane o di chi se ne va?”
Facevo questa riflessione.
Il peggio è di chi rimane se ha vissuto tutta la sua speranza in quella persona.
Come già vi facevo questa riflessione nella festa della Madonna della Pietra dell’anno scorso, alla Messa del lunedì mattina, ve la riporto anche oggi:”A volte ci sentiamo smarriti perché abbiamo mille dubbi, tante paure per il futuro. Anche se erroneamente pensiamo: Senza di noi, cosa sarà il dopo degli altri più vicini a noi?
Dimentichiamo, invece, di mendicare la grazia al Padre che è dono del cammino della vita e fede stessa. Come scriveva Charles Peguy:“Siamo fatti oggetto di una Grazia. Ci è stato dato qualcosa, non ce la siamo dati noi. Se non c’è questa certezza sperare è difficilissimo”.
Possiamo pensare che il peggio è di chi se ne va!
Il peggio è per lui se non ha avuto fede, se non ha colto l’occasione della vita per viverla come cammino che conduce alla salvezza.
Non cadiamo nell’errore del sincretismo religioso, in cui pensiamo che ogni religione è uguale e che tutte conducono alla salvezza.
Come se Cristo fosse “uno tra i tanti”.
La salvezza viene offerta a tutti, come preghiamo nella liturgia eucaristica : ”Questo è il calice del mio Sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati.”
Il Suo sacrificio è offerto a tutti.
La resurrezione come via alla salvezza viene offerta in dono gratuito.
“Nella vita nulla è gratis. Tutto si paga. Solo una cosa è gratis: l’amore di Gesù. Allora con l’amore di Gesù e con la voglia di camminare, camminiamo nella speranza! Riscopriamo le nostre radici e andiamo avanti senza paura! Non abbiate paura”. (Papa Francesco GMG 2023)
Voglio concludere dicendo che “Il peggio è per chi non ha fede”.
Solo la fede in Cristo risorto di cui io vivo la memoria della Sua presenza nella Chiesa, questa luce che è entrata nel mio cuore, nella mia persona, mi guida passo dopo passo alla speranza che in Lui tutto si capovolge. Allora sì. Il bello della gioia è vivere con Lui.
La fede è affidarsi. Non è un camminare cieco o un brancolare nel buio o aggrapparti a qualsiasi proposta.
Tu scegli.
Penso che tanti l’avranno ascoltata più volte ed è sempre più bella riproporre: La fede (poesia di Trilussa)
Quella vecchietta cieca che incontrai
la notte che me spersi in mezzo ar bosco,
me disse: – Se la strada nun la sai,
te ciaccompagno io, ché la conosco.
Se ciai la forza de venimme appresso,
de tanto in tanto te darò ‘na voce,
fino là in fonno, dove c’è un cipresso,
fino là in cima, dove c’è la Croce…
Io risposi: – Sarà … ma trovo strano
che me possa guidà chi nun ce vede… –
La cieca allora me pijò la mano
e sospirò: – Cammina! – Era fa Fede.