venerdì, 22 Novembre 2024
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omelia Domenica 10 Marzo 2024 (4^ Domenica di Quaresima Anno B)


Oggi è una domenica ricca di 2 proposte. Le quarant’ore e la carità.
Il vangelo ci riporta il paragone tra Gesù e Mosè.
Nel libro dell’Esodo viene riportato un momento in cui il popolo si allontana dalla fede in Dio e si rivolge agli Dei pagani: Pensiamo al vitello d’oro e a ciò che farà anche dopo.
Dio manda un castigo su di loro e poi chiama Mosè e gli dice di fare un serpente da mettere su un’ asta e chi lo guarderà sarà salvato.
Gesù riprende quel passo del libro dell’Esodo: “In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.”
È Gesù in croce che ci salva: Il crocifisso e non la croce.
Lui si è offerto per noi e porre lo sguardo verso di Lui è la nostra salvezza.
Naturalmente non è solo guardare con gli occhi.
Pensate al momento della comunione. Il sacerdote vi fa vedere l’ostia e dice: ”Il corpo di Cristo” e voi rispondete “Amen”, cioè, è vero, io lo accolgo come sacramento di salvezza.
Oggi iniziamo i tre giorni di adorazione eucaristica (40 ore)
L’invito di venire in chiesa e porsi in adorazione e guardare a Lui: Questa è la salvezza.
È l’incontro con Lui che viviamo nell’eucaristia, ci porterà alla salvezza.
“In tempi che mutano non mutare su di una cosa che non muta”(san Gregorio di Nazianzo)
Cristo è una certezza, come abbiamo ascoltato dal vangelo:” Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.”
Perché vivere l’adorazione eucaristica?
Vi riporto uno dei racconti più belli a riguardo:”Il santo Curato d’Ars narrava di un contadino che tutte le sere, alla stessa ora, entrava solo soletto nella chiesa della sua parrocchia, si sedeva nell’ultimo banco … e guardava fisso il Tabernacolo. Stava lì fermo in silenzio per lungo tempo, non aveva libri di preghiere perché non sapeva leggere, né corona di Rosario.
Incuriosito dal singolare comportamento di quell’anziano contadino, san Giovanni Maria Vianney una sera gli si avvicina e gli chiede: «buon uomo, ho osservato che ogni giorno venite qui alla stessa ora e nello stesso posto. Vi sedete e state lì. Ditemi: cosa fate?». Il contadino, scostando per un attimo lo sguardo dal Tabernacolo, rispose: «nulla, signor parroco…. io guardo Lui e Lui guarda me».

Infine oggi è la giornata della carità.
Gesù ci educa che la fede precede le opere di carità:” Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
La carità, se nasce dalla fede, è come luce sulle tenebre.
La carità, da non confondere con l’elemosina. Ce lo spiega Erich Fromm. “Amare significa sostenere qualcuno, non cadere ai suoi piedi”.