sabato, 23 Novembre 2024
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Omelia Domenica 22 ottobre 2023 (XXIX Domenica del tempo ordinario Anno A)


La frase che abbiamo ascoltato dal vangelo:”Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» può avere vari significati e si discute spesso a riguardo.
Certamente ha un significato preciso :”Dio è Dio”, cioè, Dio non è un qualcosa ma la certezza di una presenza che non metti lì come una zeppa di legno sotto un mobile o una sedia solo perché quel mobile si muove.
Adorare solo Dio. L’immagine di Cesare rappresenta l’idolatria che noi spesso viviamo. Non sarà come ai tempi di Gesù e anche prima, gli idoli come Zeus o Minerva o anche quelli egiziani o Baal in particolare che spesso viene citato nella Bibbia o il famoso vitello d’oro dell’Esodo.
Come abbiamo ascoltato dal profeta Isaia :”Io sono il Signore e non c’è alcun altro, fuori di me non c’è Dio.”
Cosa cerchiamo veramente nella nostra vita?
Santa Teresa di Liseux scriveva:”I tuo volto è la mia sola patria”.
Quanto è ricca questa espressione di fede!
Il Tuo volto. Noi abbiamo bisogno di cercare sempre questa esperienza dell’incontro con il volto di Dio.
“Il punto della questione sta nel fatto che tutti diciamo: “Cristo”, ma questo Cristo è come se non esistesse perché Cristo è la risposta, è il senso. Cristo è la forma e il significato del vivere». (Don Giussani)
Vivere questa ricerca di Dio è il senso del mio cammino.
Lo ripeto spesso anche ai voi più adulti di me. Uno può dire: “Ormai sono grande o vecchio, faccio sempre quello che ho fatto finora…” Invece dobbiamo vivere la giovinezza della fede che non è l’età a determinarla.
Riporto una breve testimonianza che portavo ai più piccoli del catechismo:”Quello che più mi stupisce è che voi (si riferisce ad un gruppo di giovani credenti) non vi fermate a dire che “Cristo c’è”, quello lo faccio anch’io, ma voi Lo cercate”.
Cercare sempre, perché la gioia di essere vivi sta proprio in questo, altrimenti è noia.
Nel nostro giornale parrocchiale di ottobre così concludo l’articolo riportando un passo di Leopardi:”Ahi, ma nel petto,
Nel mio petto, grave, salda, immota
Come colonna adamantina, siede
Noia immortale, incontro a cui non puote
Vigor di giovanezza”

Il tutto sarà sostituito dalla noia, perché quando non si cerca, si affoga nella noia.
“L’amore non muore mai di morte naturale. Muore perché noi non sappiamo come rifornire la sua sorgente. Muore di cecità, di errori e di tradimenti. Muore di malattia e di ferite, muore di stanchezza, per logorio o per opacità”. ANAÏS NIN
La parola “amore” possiamo anche sostituirla con “fede”.
Non lasciamo morire la nostra fede sostituendo Dio con Cesare!