La bellezza di questa pagina del vangelo potremo definirla uno statuto della Comunità: Il come fare Comunità.
Come la caritativa che significa “fare carità”, così la Comunità si costruisce sulla grazia del perdono . Essa, infatti, è una Grazia perché il perdonare l’altro è un dono che viene da Dio.
Il vangelo ci offre alcuni passaggi importanti:”Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello…”
Tu offri la mano. Se rifiuta è un male per lui. Se accetta, è un bene per tutti e due.
Già, per tutti e due, perché la riconciliazione accomuna entrambi nel cammino del fare comunità. Non si può fare comunione da soli, c’è bisogno di un altro, c’è bisogno di un rapporto, una relazione umana, perché la Chiesa è una comunità di uomini e donne. L’uomo è, innanzitutto, “persona”, cioè, relazione.
E’ una comunione che hai con Dio (verticale) che poi vivi con l’altro (orizzontale).
Ricordiamo il catechismo. Qual è il massimo comandamento:” Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. Il secondo è simile al primo: Ama il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipende tutta la Legge e i Profeti ».
Quest’amore si offre a noi e lo comunichiamo agli altri.
Lo comunichiamo nell’accogliere l’altro, non nel giustificare il suo peccato (la paura dei numeri che abbiamo per le chiese semivuote ci sta portando a questo errore). Si accoglie l’altro correggendo l’errore:”Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità e, se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano”.
Si ha come il timore di denunciare l’errore, eppure sant’Agostino ci insegna:”Si perdona l’errante ma non l’errore”. Ricordiamo il passo della peccatrice perdonata che abbiamo meditato l’ultima domenica di quaresima. Gesù dice alla donna :”Neanche io ti condanno, va e non peccare più”.
Il vangelo conclude con un passaggio veramente meraviglioso che abbiamo già meditato domenica della festa della Madonna della Pietra: ”In verità io vi dico ancora: Se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
La comunità prega per l’altro. Quella domenica di agosto era il brano della donna che insisteva a Gesù la guarigione della figlia e i discepoli dicono a Gesù:”Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!»
La comunità vive la carità soprattutto nella preghiera unanime. Pensiamo al mistero del rosario che aggiungiamo ogni giorno per la pace nel mondo.
Anche questo è fare comunità.
Voglio concludere con questo bel pensiero di Max Swob che ci spiega cos’è la preghiera: “Basta congiungere le mani e subito vien fatto di penare al padre che sta nei Cieli”.