Per noi come Comunità oggi è una festa particolare.
Per la prima volta abbiamo deciso di proporre per l’estate la festa di San Biagio.
Perché e da dove nasce questa scelta?
Quando nel febbraio 2021 abbiamo celebrato il nostro patrono ed eravamo nel pieno della pandemia, vi riportavo questo passaggio in una omelia della festa alla Madonna della Pietra del 21 novembre 2020:
”Quando c’è stata l’influenza spagnola, l’Europa cristiana di allora si è affidata all’intercessione della Madonna di Fatima. Oggi, invece, l’Umanità e, purtroppo anche l’Europa cristiana, vive la ricerca di un senso, una risposta ma sempre più staccato dalla fede.
Si rivolge e si guarda più alla superficialità del mondo virtuale che a Colui che può tutto”.
Ricordate il famoso Crocifisso di San Marcello esposto in piazza San Pietro? Nel 1522 fu organizzata una processione e, dove passava, la peste cessava.
San Bernardo di Chiaravalle diceva: “Il nostro progresso non consiste nel presumere di essere arrivati ma nel tendere continuamente alla meta”.
In ogni occasione dovremmo rileggere il discorso del Papa di quella famosa sera del 27 marzo 2020: ”La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità”.
In occasione della festa di san Biagio del 2021, vi facevo questa proposta: ”Se usciremo dalla pandemia, faremo la processione in onore di san Biagio, affidiamo al nostro patrono l’intercessione presso il Padre perché tutto possa procedere per il bene di tutti”.
Poi l’anno scorso non siamo riusciti ad organizzare la festa a luglio perché ancora c’era il problema delle disposizioni burocratici per la festa. Solo nel mese di agosto abbiamo ottenuto una maggiore libertà.
Ora siamo qui a ringraziare il nostro Patrono e a vivere la carità della preghiera, questo movimento del cuore, in suffragio dei defunti della nostra Comunità, morti per Covid e anche per coloro che non hanno potuto ricevere una degna assistenza a causa delle norme anti-covid.
Morire in solitudine è un dramma.
Noi ringraziamo Dio per aver accolto le nostre preghiera. Una supplica sale al cielo dal nostro cuore e ci rivolgiamo a Colui che è tutto.
Riprendendo sempre le parole del Papa :” Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: Il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di Te, Signore, e verso gli altri”.
Mettere Dio al centro della nostra vita: Questa è la conversione.
I santi ce lo hanno testimoniato.
La festa è il nostro cuore che si rallegra per questo dono.
Il dono anche dei tanti che nei momenti drammatici hanno offerto la loro vita per gli altri, perché nel bisogno il cuore dell’uomo si sveglia e sceglie di offrirsi all’altro o a chiudersi.
“E possiamo guardare ai tanti compagni di viaggio esemplari che nella paura hanno reagito donando la propria vita. È la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni”.
(Papa Francesco)
È bello vivere la gioia della festa e, nello stesso tempo, non far venir meno la memoria, come spesso il Papa ripete per le guerre e la povertà: ”La cultura dell’indifferentismo”.
Perché ci affidiamo ai santi, perché viviamo questa sana devozione verso coloro che ci hanno preceduto nel regno dei cieli?
La risposta possiamo trovarla nelle parole del Papa Benedetto XVI: ”Alla vita dei Santi non appartiene solo la loro biografia terrena, ma anche il loro vivere ed operare in Dio dopo la morte. Nei Santi diventa ovvio: Chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino”.