Ecco un’altra bellissima fiaba di Fedro che ci insegna a prendere le cose belle della vita con calma e serenità. Insomma, dobbiamo cercare di non agire impulsivamente come hanno fatto il gruppetto di mosche di questa storia che, dopo aver svernato, si erano unite per volare in gruppo nel cortile di una casa in campagna.
Un giorno alla massaia cadde per terra un vasetto di miele che aveva raccolto dal suo alveare. Il dolce nettare fuoriuscì dal contenitore sprigionando il suo buon profumo tutt’intorno. Le mosche ne percepirono l’odore e insieme si lanciarono in picchiata sulla prelibata ambrosia.
Dopo avere poggiato le sei zampe sul miele appiccicaticcio sparso per terra, gli insetti ci affondarono dentro la loro proboscide raspante e lo aspirarono avidamente. Quando le mosche furono sazie e decisero di alzarsi in volo, si accorsero che nonostante sbattessero forte le loro ali, esse non riuscivano più a volare.
I loro piedi si erano impastati nel miele che li tratteneva come incollati a terra. E più si dimenavano e più affondavano. Le poverine non riuscivano nemmeno a più fregarsi le zampette. Così, mentre ormai si preannunciava il loro triste destino, una di loro ebbe a dire: “Che creature sciocche che siamo, per ricavare un piccolo piacere ci siamo autodistrutte.”