Per noi come Comunità, questa è una domenica di festa perché i ragazzi della classe terza della Scuola Superiore di I^ Grado riceveranno il sacramento della Cresima.
Avremo nuovi adulti nella fede.
Riprendiamo la prima lettura:”Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo. Non era ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo”.
C’è una continuità, una tradizione che da allora porta ad oggi.
La fede si trasmette per tradizione.
Ma a cosa porta, anzi da chi parte e dove porta?
Abbiamo ascoltato dal vangelo la risposta a questa domanda:
”In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi”.
Questa comunione tra Padre e Figlio che mediteremo poi alla festa della SS. Trinità, è la certezza che la fede non è un camminare nel vago della vita.
È il dono dello Spirito Santo che ci offre la Grazia di credere.
Più volte lo abbiamo meditato in Quaresima e a Pasqua: La fede ha bisogno di questa Grazia per non vacillare e lasciare che i dubbi sopravvengono all’amore che Dio ha per noi.
Pensiamo alla tenerezza che Gesù ha per noi: “Non vi lascerò orfani: verrò da voi.”
Cosa c’è di più bello del sentirsi dire che non siamo soli, che Qualcuno ci offre la speranza di una presenza?
Gesù non è come facciamo noi nel momento del bisogno: ”Se hai bisogno chiama”. Lui subito si fa risposta, non aspetta che lo chiamiamo, si offre già come sostegno.
Come diceva san Padre Pio: ”Tu non credi in Dio ma Dio crede in te”.
Questa ricerca di Dio fa si che non ci sentiamo inutili nella vita.
Lo scrivevo nel giornale parrocchiale di Pasqua:”Un prefetto romano chiede a Barabba:”Se non credi, perché porti il segno di Cristo?” e lui rispose:”Perché vorrei credere”.
Che il dono dello Spirito Santo alimenti in noi il desiderio di credere!