Andando al di là delle manifestazioni popolari , cos’è per noi la Pasqua?
La Pasqua è il dono della resurrezione e il dono della speranza nuova che si rinnova. La testimonianza che noi offriamo con il nostro incontro con Cristo, è luce sul buio, guida per chi non ha più fede.
Un uomo che non crede, si lascia accogliere dal male. Ricordiamo il momento dell’ultima cena di Gesù:” Egli (Giuda), preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.” Gv 13,30
Questa “notte” è stata poi sconfitta dalla “luce”(Resurrezione).
La Resurrezione è il dono che viene offerto a noi affinché la vita abbia un senso.
Non abbiamo forse gli occhi per guardare?
Non abbiamo, cioè, quella capacità di misurare le cose e scoprire come il senso di ciò che veramente è reale lo abbiamo lasciato al dubbio della vita perché la paura ha vinto sulla forza di scegliere la luce che è Cristo.
“Per me vivere è Cristo è il morire un guadagno”. Così scriveva san Paolo, ed è la sintesi di tutto il vangelo.
Questo scegliere di appartenere a Cristo perché la luce che è guida dei nostri passi al senso ultime delle cose che l’amore di Dio è misericordia.
In molte occasioni vi ho riportato l’importanza della distinzione tra fede e religione.
Benedetto XVI scriveva: ”Se si toglie questo (il fatto reale che Cristo è risorto) si può, certo, raccogliere della tradizione cristiana ancora una serie di idee degne di nota su Dio e sull’uomo, sull’essere dell’uomo e sul suo dover essere, una sorta di concezioni religiose del mondo, ma la fede cristiana è morta”.
Per farvela capire in un modo più semplice per tutti: ”Chi pensa che la Pasqua sia solo la manifestazione della cunfrunta è un religioso. Chi, invece, vive la Pasqua, confessandosi e facendo la Comunione , alimenta così la speranza della vocazione ed è un uomo di fede”.
Abbiamo bisogno di questa luce vera che è Cristo, di questa verità che è una persona.
“La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiare “. (Sant’Agostino)
Noi viviamo la fede solo diventando la differenza e non quando raccoglieremo più numeri neanche quando aumenterà l’elemosina per i poveri. Noi diventeremo “differenza” quando prenderemo consapevolezza che la Via che conduce alla Verità che è Vita, è una presenza vera nella nostra storia ed è Cristo risorto.
Solo il Divino può andare oltre l’apparenza (la religiosità) di questo reale della nostra Comunità, altrimenti rimarremo in superficie ed il fatto cristiano non sarà più quello che è veramente un “avvenimento” ma sarà solo un discorso, un dibattito sociologico. Allora sì che per la politica (arte del governo, la polis) noi saremo solo numeri.
Siamo sale e luce del mondo. Siamo ciò che ha fatto di noi la Grazia dello Spirito Santo: Uomini liberi di appartenere a Dio e di vivere quel reale di cui siamo protagonisti, una scelta che ha cambiato il mondo.
Oppure come più volte abbiamo meditato nel mese di febbraio e ripreso in Quaresima, saremo come gli “ignavi”, cioè, uomini tiepidi che aspettano il “carro del vincitore, cioè la massa” e salirci sopra, ma non più protagonisti, ma numeri nelle mani di un altro che ci condurrà dove lui vorrà.
Cristo è quell’amore che si è fatto vita per noi. Scegliere Cristo è scegliere di essere una nuova storia.
Essere come diceva san Giovanni Paolo II: ”Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro”.
Cos’è questo capolavoro? Scegli di essere santo e scoprirai la meraviglia di ciò che può fare la Grazia dello Spirito Santo in te.