domenica, 24 Novembre 2024
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omelia ESEQUIE mariastella squillace


Cristo si offre a noi come compagnia in un cammino verso l’incontro eterno con Lui e si fa compagnia in noi che viviamo accanto all’altro che chiede il nostro aiuto.
Siamo sempre tartassati dai fantasmi di un passato che nel nostro presente non ci fa vedere la speranza di una luce che rinnova la nostra vita.
Abbiamo in noi quella paura di essere soli e non riusciamo a riconoscere quella Presenza che è Cristo nel volto di chi ti ama.
Questa fragilità dell’animo o, come diciamo di solito”Il cervello è come un velo di cipolla”ci distrugge dentro.
Abbiamo bisogno di guardare fuori, di guardare il reale da una prospettiva diversa.
Questa luce nuova e anche questa misericordia si è fatta carne in Colui che ci ama più di quello che facciamo e che ci ama per quello che siamo.
Gesù ha perdonato il rinnegamento di Pietro non con rimproveri o altre parole. Lo ha amato con uno sguardo.
Noi dobbiamo sempre cercare questo sguardo amico nella nostra vita.
Questa sicurezza non ci lascia soli.
A volte siamo come in un mare in tempesta. Come diceva sant’Agostino: ”La croce di Gesù è nave che ci fa traghettare su questo mare”.
Portiamo questa croce che rimane a noi per non sentirci smarriti nei sensi di colpa o nel chiederci il perché.
Ci affidiamo alla misericordia di Dio che ha sempre accompagnato in ogni passo la nostra vita, ci ha guardati con amore, al di là del tutto che ci circonda del passato o presente che sia.
È Lui quella luce nuova del giorno che verrà.
La Pasqua a cui ci prepariamo in questo tempo quaresimale è la festa della liberazione delle nostre paure.
Come abbiamo riflettuto la domenica della trasfigurazione, la vita è fatta di “notte e luce” paura e speranza.
In questo tormento, Cristo fa vedere quella luce nel tunnel nero del nostro cuore.
La depressione del sentirsi smarriti e soli deve alzare lo sguardo al di là del pozzo che ci sommerge.
Scriveva Trilussa:”Chi ha perso tutto, ancora ha abbastanza se je rimane un filo di speranza”.
La fede in Cristo è come aggrapparsi ad una gomena, le corde forte e resistenti delle navi.
Nessun dubbio o buio può prevalere sulla certezza del Suo amore eterno.
Non dobbiamo aver paura. Non cadiamo nella tentazione che tutto sia sempre concluso. Non crediamo che il buio abbia sovrastato la luce. Offriamo la vita, anche se è debole o flebile, quella luce della vita.
Un proverbio così recita: ”Tutta l’oscurità dell’universo non potrà mai spegnere una candela”.
La nostra candela, la nostra luce è questo cero pasquale, simbolo della Resurrezione. Cristo luce del mondo. Cristo speranza e fontana vivace.