La festa di oggi rimane una delle feste popolari più conosciute in particolare nel meridione. E’ una grande festa nella religione ortodossa,
una festa che porta con sé varie tradizioni. I nostri emigrati in Svizzera, oggi, festeggiano il dono del Natale ai bambini. In altre Comunità, come da noi, si celebra anche la benedizione del pane in riferimento alla testimonianza di carità del Santo.
Queste due tradizioni ci portano a riflettere sul dono della carità
“Dar da mangiare a chi ha fame”.
Carità è, appunto, questo dare e questo donarsi.
La vita del Santo ce lo insegna per le “Tre palle d’oro che vediamo sul libro del vangelo alla statua del santo” in riferimento al miracolo della dote per tre sorelle”.
Essere presenti al momento del bisogno: Questa è carità.
Un altro santo, san padre Pio diceva: ”La carità è la regina delle virtù. Come le perle sono tenute insieme dal filo, così le virtù dalla carità”.
Queste perle, questa bellezza della carità è la vera risposta al bisogno.
Spesso noi pensiamo che caritativa è limitarsi solo all’elemosina, invece è un incontro con l’altro,un farsi risposta ad un bisogno più vero che l’altro ha nel cuore.
Mi piace riportare sempre questa breve storia:
La rosa in regalo
Il poeta tedesco Rilke abitò per un certo periodo a Parigi.
Per andare all’università percorreva ogni giorno, in compagnia di una sua amica francese, una strada molto frequentata.
Un angolo di questa via era perennemente occupato da una mendicante che chiedeva l’elemosina ai passanti.
La donna sedeva sempre allo stesso posto, immobile come una statua, con la mano tesa e gli occhi fissi al suolo.
Rilke non le dava mai nulla, mentre la sua compagna le donava spesso qualche moneta.
Un giorno la giovane francese, meravigliata domandò al poeta:
“Ma perché non dai mai nulla a quella poveretta?”
“Dovremmo regalare qualcosa al suo cuore, non alle sue mani” rispose il poeta.
Il giorno dopo, Rilke arrivò con una splendida rosa appena sbocciata, la depose nella mano della mendicante e fece l’atto di andarsene.
Allora accadde qualcosa d’inatteso: la mendicante alzò gli occhi, guardò il poeta, si sollevò a stento da terra, prese la mano dell’uomo e la baciò.
Poi se ne andò stringendo la rosa al seno.
Per un’intera settimana nessuno la vide più.
Ma otto giorni dopo, la mendicante era di nuovo seduta nel solito angolo della via.
Silenziosa e immobile come sempre.
“Di che cosa avrà vissuto in tutti questi giorni in cui non ha ricevuto nulla?” chiese la giovane francese.
“Della rosa.” rispose il poeta.
Carità è riconoscere il bisogno dell’altro e farsi risposta.
Da dove nasce questo “ri-cordare”,cioè, il riportare al cuore ciò che siamo e che possiamo essere?
Come i santi, sappiamo che Dio è la Grazia della caritativa.
Solo vivendo questo rapporto con Dio siamo e saremo ciò a cui il destino-vocazione ci chiama, all’essere, come ci insegna il vangelo, luce e sale del mondo.