venerdì, 22 Novembre 2024
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EDITORIALE DICEMBRE 2022 – Fontana del villaggio :”Il Natale è gioia. Gioia religiosa, gioia di Dio, interiore, di luce, di pace “. (Papa Francesco)


”Il Natale è gioia. Gioia religiosa, gioia di Dio, interiore, di luce, di pace “.(Papa Francesco)
La dolce gioia del Natale ci spinge a guardare in avanti con la speranza di una pace che ci coinvolga nelle scelte.
Papa Francesco spesso ci provoca a non essere indifferenti di fronte ai drammi dell’umanità, delle guerre ai profughi.
Perché questo?
Una Chiesa che si chiude, ha paura.
Eppure il Natale ci insegna il contrario.
Poniamo lo sguardo al presepe o al ricordo di esso.
Cosa notiamo?
I poveri innanzitutto. Sono loro ad essere rappresentati.
Cristo si è fatto povero e ci viene incontro nella nostra umanità più vera perché l’uomo ha un desiderio unico: ”Il bisogno di una compagnia”.
Ricordo uno slogan che poi era il titolo di un libro di Thomas Merton:”Nessun uomo è un’isola”.
Abbiamo bisogno di un calore che ci rassicuri.
Cerchiamo in Cristo questa consolazione!
Il Natale ci rammenta che siamo famiglia, ma se ci limitiamo ad una sola occasione che spesso è una formalità, cosa rimane della festa del Natale?
“Non importa cosa trovi sotto l’albero, ma chi trovi intorno”.
(Stephen Littleword)
Questo “intorno” è la gioia che desideriamo.
Quella “intorno” all’albero è l’occasione per ricordare e, quindi, per riportare al cuore il nostro essere famiglia.
Così, tassello dopo tassello, diventeremo una comunità che accoglie.
Come mediteremo il 1° gennaio, 56^ giornata mondiale della pace, quell’essere uomini che fanno la scelta di seguire Cristo, ci porterà ad essere protagonisti della pace.
Una testimonianza concreta.
“Chi dice di essere luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre”.
(1^ Gv 2,9)
La luce nuova del Natale è quella speranza che l’umanità sta desiderando:
La pace di essere famiglia,quella comunione che la nostra innocenza di bambini ha vissuto.
Ora dobbiamo comunicare alle nuove generazioni che la luce di Cristo illumina il cammino dei “costruttori della pace”.
Soffermiamoci un’ultima volta sul presepe. Guadiamo le luci, la stella e anche la lampada ad olio che le nostre mamme mettevano davanti alla grotta, la luce che illumina le notti oscure del male della guerra, della fame e della solitudine,la luce che fa compagnia al nostro essere Chiesa in Cristo.

Don Roberto Celia