Per me tutto avvenne come la sorpresa di un «bel giorno», quando un insegnante di prima liceo – avevo
quindici anni – lesse e spiegò la prima pagina del Vangelo di san Giovanni. Era allora obbligatorio leggere questa pagina alla fine di ogni messa; l’avevo sentita dunque migliaia di volte. Ma venne il «bel
giorno»: tutto è grazia. […] «Il Verbo di Dio, ovvero ciò di cui tutto consiste, si è fatto carne,» diceva «perciò la bellezza s’è fatta carne, la bontà s’è fatta carne, la giustizia s’è fatta carne, l’amore, la vita, la verità s’è fatta carne: l’essere non sta in un iperuranio platonico, si è fatto carne, è uno tra noi»
Ecco, questo è tutto. Perché la mia vita da giovanissimo è stata letteralmente investita da questo: sia come memoria che persistentemente percuoteva il mio pensiero, sia come stimolo a una riva lutazione della banalità quotidiana. L’istante, da allora, non fu più banalità per me. Quando un bel giorno accade e si vede improvvisamente qualcosa di bellissimo, non si può non dirlo all’amico vicino, non si può non mettersi a gridare:”Guadate là!”. E così successe.
DON LUGI GIUSSANI
Da ragazzo, a soli quindici anni, era stato folgorato dalla scoperta del mistero di Cristo. Aveva intuito – non solo con la mente ma con il cuore – che Cristo è il centro unificatore di tutta la realtà, è la risposta a tutti gli interrogativi umani, è la realizzazione di ogni desiderio di felicità, di bene, di amore, di eternità presente nel cuore umano. Lo stupore e il fascino di questo primo incontro con Cristo non lo hanno più abbandonato. Come disse alle sue esequie l’allora Cardinale Ratzinger: «Sempre don Giussani ha tenuto fisso lo sguardo della sua vita e del suo cuore verso Cristo. Ha capito in questo modo che il cristianesimo non è un sistema intellettuale, un pacchetto di dogmi, un moralismo, ma che il cristianesimo è un incontro; una storia d’amore; è un avvenimento». Qui sta la radice del suo carisma. Don Giussani attraeva, convinceva, convertiva i cuori perché trasmetteva agli altri ciò che portava dentro dopo quella sua fondamentale esperienza: la passione per l’uomo e la passione per Cristo come compimento dell’uomo.
PAPA FRANCESCO