Di fronte alla disabilità che noi consideriamo sempre un problema, ci poniamo in tanti modi.
Noi giudichiamo l’essenzialità di una persona solo nella misura del fare. Se uno riesce a fare quello che faccio io o anche di più, allora vale.
Da questo ragionamento, come ci insegna Papa Francesco, nasce la “cultura dello scarto”.
Se così possiamo definirla, Dio ha una cultura capovolta.
San Paolo ci insegna:” Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti. Quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti. Quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla. Dio lo ha scelto per ridurre a nulla le cose che sono, perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio”.
Eppure la bellezza di un sorriso, come quella di Toto, per il semplice dono di un giocattolo o di un pallone, non ha paragoni agli occhi di Dio.
Le domande che ci poniamo e che, come lo è per i genitori in particolare e poi per i familiari,riporta al nostro cuore i momenti iniziali della vita di un disabile: ”Perché Dio fa soffrire i bambini e come faremo?”
Nella Grazia di Dio, noi faremo perché Dio non ci toglierà mai la forza di vivere la vocazione di essere compagnia all’amico, al fratello o alla sorella che nella nostra famiglia fa quella differenza non perché è “diverso o, per usare il termine moderno, diversamente abile”. È quella differenza perché scopriamo che la vita è quel dono che si dona in una concretezza quotidiana.
Disabilità non significa inabilità. Significa semplicemente adattabilità.” CHRIS BRADFORD
In questa familiarità che non è pietismo ma vera compassione, cioè, vero coinvolgimento in un cammino, riscopriamo ogni giorno che, anche se la nostra vita è, diremmo, “regolata” da un altro, arrivando a fine serata o dopo tanti anni, puoi anche pensare che senso ha avuto fare tutto ciò. Ti basta un sorriso per scoprire che Dio ama nella semplicità dello sguardo di chi ti sta accanto.
“La persona malata o disabile, proprio a partire dalla sua fragilità, dal suo limite, può diventare testimone dell’incontro: L’incontro con Gesù che apre alla vita e alla fede e l’incontro con gli altri, con la Comunità”. (Papa Francesco)
La carità è questo farsi compagnai dell’altro.
Ora rischieremo di dire che la vita del nostro fratello si è conclusa e che ha finito di soffrire.
Io, nella fede in Cristo risorto, vedo come l’inizio nuovo della gioia di vivere la felicità con Dio,quell’essere il nuovo amico di gioco con Gesù Bambino perché, se anche Gesù Bambino avesse un albero di Natale, mi piace pensare che Dio Padre gli ha portato in anticipo il regalo da vivere nella compagnia nuova e di festa che solo in paradiso si può comprendere.
Quando Gesù di Giovanni il Battista dice: ”In verità io vi dico: Fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui”, significa che solo la Grazia dello Spirito Santo ci salva.
Noi affidiamo alla Madonna, madre di tutti noi che lo ha protetto e custodito nella vita terrena come il più tenero dei suoi figli, vive oggi la gioia immensa di essere amato per il dono di essere figlio prediletto.