venerdì, 22 Novembre 2024
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Omelia domenica 27 novembre 2022 (I domenica di Avvento Anno A)


Il tempo dell’Avvento inizia con la meditazione dell’attesa:
”Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà”.
La nostra vita è sempre in attesa, ma ciò non significa che è un’attesa direi “statica” ma sempre in movimento.
È un andare verso di Lui. E’ un cercarsi.
Dio è fedele ed è presenza nella nostra vita. Questo porsi verso di Lui è quel ricercare ogni giorno la risposta al senso della nostra vita.
Nell’udienza del mercoledì 26 ottobre, il nostro Papa riportava questo passaggio:
“Conservate l’inquietudine spirituale, l’inquietudine di annunciare il Signore con coraggio e di andare verso l’altro, dell’amore verso ogni fratello e sorella».
È questo quello che ci muove nella fede: La ricerca di Dio e il comunicare al mondo la bellezza di questo incontro.
Sempre il Papa riportava l’esempio di santa Monica, la mamma di sant’Agostino:
”Quante mamme oggi versano lacrime perché i propri figli tornino a Cristo. Non perdete la speranza della grazia di Dio”. ”Non è possibile che un figlio di tante lacrime perisca. Lo stesso Sant’Agostino, dopo la conversione, rivolgendosi a Dio, scriveva:
“Per amore mio piangeva innanzi a te mia madre, tutta fedele versando più lacrime di quante ne versino le madri alla morte del figlio. Questa donna è inquieta ma quello che lei piangeva, Dio lo aveva dato abbondantemente”.

Il tempo di avvento deve diventare anche per noi adulti, un tempo forte in cui dedichiamo la nostra vita alla testimonianza verso i più piccoli, il senso dell’attesa del Natale come tale e non ciò che spesso ora fa da cornice ad un dipinto e si da’ per scontato che i più piccoli sappiamo cosa è incorniciato.
In questo incontro con gli altri, in questo essere testimoni, noi viviamo la gioia di aver incontrato Cristo.
Pino Pellegrino scriveva:”Cammina per incontrare gli altri. Fermati per incontrare te stesso”.
La nostra inquietudine è ciò che fa da leva al motore dei nostri passi.
Il tempo dell’avvento è ricco di alcuni momenti liturgici che fanno come da nodo a nodo e ci porta al capo del filo:
La novena dell’Immacolata, la festa della Cresima, di san Nicola,dell’Immacolata Concezione, di santa Lucia e poi la novena del Natale.
Il simbolo liturgico della corona dell’avvento segna questo tempo:
Vivere, appunto, in attesa del Messia che è Cristo.
Il passo della prima lettura, la profezia di Isaia, ci offre il più bel dipinto del Messia:” Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri. Delle loro lance faranno falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, non impareranno più l’arte della guerra.”
La meta dà un senso al cammino e non viceversa.
Se questa meta è Cristo, allora, lungo il cammino della nostra fede, anche se vacillerà e incontrerà incomprensioni o altro, c’è sempre la certezza che Lui si è fatto presenza perché noi vivessimo il viaggio della vita nella Sua dolce compagnia.