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omelia FESTA SAN GIUSEPPE 19 marzo 2022


L’otto dicembre dell’anno scorso, abbiamo concluso l’anno dedicato a San Giuseppe.
Ancora oggi, il nostro Papa Francesco, alle udienze del mercoledì, riporta sempre la figura del santo Patrono della Chiesa universale, sottolineando più volte, il suo carisma e, quindi, la testimonianza che offre a noi come Chiesa in cammino nella fede.
Mi colpisce quello che il nostro Papa dice all’inizio della “Patris Corde” riguardo al Santo:
“Sebbene il Vangelo dica poco su San Giuseppe, dice “a sufficienza”.
Effettivamente, molte volte si dice che San Giuseppe è poco menzionato nel Vangelo,eppure , a priori da quel poco” che erroneamente diciamo”, sappiamo cogliere alcuni passaggi che nelle difficoltà di un cammino genitoriale in particolare, illuminano la nostra fede.
La figura del Santo, in chi è genitore particolarmente, suscita quella domanda di intercessione per capire il “come essere e fare il genitore”.
“Giuseppe è, nella storia, l’uomo che ha dato a Dio la più grande prova di fiducia, anche davanti ad un annuncio così stupefacente”. (Papa Benedetto XVI)
La fede di un papà, di fronte alla novità della vita, continua sempre ad evolversi.
A coloro che nel mese di gennaio hanno celebrato i loro 50 anni di matrimonio dicevo di non pensare che il matrimonio si conclude perché si è arrivati a quella data di anniversario. Il matrimonio è un continuo evolversi nel tempo.
Il “per sempre” non è solo una questione di durata! Un matrimonio non è riuscito solo se dura, ma è importante la sua qualità. Stare insieme e sapersi amare per sempre è la sfida degli sposi cristiani”.(Papa Francesco)
È in questo amore vero che San Giuseppe ha vissuto con Maria, la sua sposa.
Questo dono di essere parte della vocazione di Dio che ha scelto per la Madonna e che Lui ha condiviso.
“Ha creduto davanti ad un annuncio stupefacente”.
Il credere di San Giuseppe lo viviamo particolarmente nella testimonianza, diremmo nel suo “silenzio”.
Non è un accettare umile, come lo intendiamo noi, ma è stata un’umiltà attiva.
E’ importante capire questo, perché umiltà attiva significa vivere la propria fede e vivo la mia libertà nell’appartenenza a Dio.
Quell’essere chiamato a vivere la propria vocazione di “papà” non è più un fare perché la famiglia abbia ciò che serve, così come la mamma non è la cameriera della casa.
È questa condivisione tra gli sposi di Nazaret che ha dato alla famiglia cristiana quel modello di fede familiare: Una libertà che poi tu vivi con l’altro.
Questo il rischio educativo.
“San Giuseppe è dunque un esempio di paternità, che ha saputo “decentrarsi” per mettere al centro della sua vita non se stesso, bensì Gesù e Maria. Purtroppo, “spesso i figli sembrano orfani di padri”, di padri in grado di “introdurre il figlio all’esperienza della vita”, senza trattenerlo o “possederlo”, bensì rendendolo “capace di scelte, di libertà, di partenze”. (Papa Francesco)
Affidiamoci al nostro santo patrono per vivere come egli ha vissuto, la vocazione di essere padre!
È un dono avere i figli.
Quello di crescerli, non è responsabilità ma condivisione di questo dono. Così scopri il valore della vocazione della genitorialità.