Il vangelo delle Beatitudini è la pagina che, con lo sguardo all’ideale della fede, chiede la nostra adesione totale a Cristo.
“Se si parla che il vero pane è quello del cielo, non significa che al povero non bisogna dare il pane vero“. (Don Mazzolari)
Come vivere la nostra fede nella realtà?
Mi piace riportare questo paragone:
”C’è il fiume e c’è anche l’argine. Bisogna sempre prendersi cura dell’argine, altrimenti, quando viene la piena, se l’argine non è forte il fiume causerà danni”.
Le Beatitudini ci portano a non perdere lo sguardo all’ideale e,
come l’argine di un fiume, a non far sì che tutto ciò che viene, mode culturali, idealismi o solo pragmatismo, ci travolgano senza lasciar nulla un domani.
A volte ci lasciamo prendere anche dalla solitudine, come spesso viene citato da Alexander Pope:
”Beato colui che non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso”.
Questa era definita dall’autore, la “Nona beatitudine”.
Il Signore ci offre la promessa che anche il nostro soffrire, se offerto, ha un senso.
“Beati i miti perché troveranno…beati gli operatori di pace perché…”.
Tutto il nostro essere di Cristo è per Cristo.
“Un minuto intero di beatitudine!
È forse poco per colmare tutta la vita di un uomo?”. ( Dostoiesky )
Nel mese di gennaio, mi è capitato di vedere un film sulla storia di Don Primo Mazzolari e mi colpiva una scena dove, alla morte di un giovane, un parrocchiano diceva a don Primo:
”Di fonte a tutto questo non avete parole”.
Egli rispose:
”Noi non abbiamo le nostre parole, ma le Sue” e legge poi le Beatitudini.
C’è sempre un contrasto netto tra i veri e i falsi profeti.
Troviamo la sofferenza proprio nel libro di Isaia 32,5-7:
” Lo scellerato non sarà più chiamato nobile,
e l’impostore non sarà più chiamato magnanimo.
Poiché lo scellerato proferisce scelleratezze
e il suo cuore si dà all’iniquità
per commettere cose empie
e dir cose malvagie contro il SIGNORE;
per lasciare a bocca asciutta colui che ha fame,
e far mancare da bere a chi ha sete.
Le armi dell’impostore sono malvagie;
egli forma criminosi disegni
per distruggere l’indifeso con parole bugiarde,
e il bisognoso quando afferma ciò che è giusto.
Oggi l’uomo ha bisogno di non sentirsi solo.
Abbiamo celebrato da poco la festa dell’ammalato,una giornata in cui chiediamo alla Madonna la Sua intercessione per non sentirci soli nella sofferenza.
Se dovessimo aggiungere la vera”Nona beatitudine”, a differenza di quella citata prima di Alexander Pope, io aggiungerei che la nona Beatitudine è “IL dono di Maria”.
La poetessa Alda Merini scriveva:
“Quando il cielo baciò la terra nacque Maria
che vuol dire la semplice,
la buona, la colma di grazia.
Maria è il respiro dell’anima,
è l’ultimo soffio dell’uomo.
Maria discende in noi,
è come l’acqua che si diffonde
in tutte le membra e le anima,
e da carne inerte che siamo noi
diventiamo viva potenza”.