Con il Vangelo che abbiamo ascoltato questa domenica, in continuità con quello di domenica scorsa, iniziamo, passo dopo passo, il cammino della storia di Gesù.
Dio, passo dopo passo, si rivela nella storia.
La bellezza dell’annuncio, il Kerygma, per usare la parola greca che poi riprenderemo nella catechesi di quaresima, è un annuncio che parte innanzitutto dalla centralità del vangelo:”Cristo è la salvezza”.
Come abbiamo ascoltato dal vangelo, Gesù riporta in se stesso le parole profetiche di Isaia:
” Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l’unzione
e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio,
a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista;
a rimettere in libertà gli oppressi
e proclamare l’anno di grazia del Signore”.
Una libertà unica propone Cristo: La libertà dalla schiavitù del peccato. Nella Sua redenzione tutto si ricapitola.
Sia nella catechesi dell’Avvento che nella festa dei santi Innocenti, a fine dicembre, riprendevo quanto è avvenuto nell’Esodo: La liberazione dalla schiavitù in Egitto e l’uccisione dei bambini, in collegamento, quindi, con la fuga in Egitto della Santa Famiglia di Nazaret e la strage degli innocenti. Gesù si propone al popolo come Colui che salva. Il suo stesso nome è la certezza della promessa che si è attualizzata : ”Gesù-Dio salva”.
Una salvezza unica ci coinvolge ogni giorno. C’è sempre un invito a scegliere. Questo il rischio della libertà, il mettersi sempre in gioco, in CHI e non più in COSA affidare nostra vita.
Mi piace riportare una frase letta molti anni fa:
”La cosa più difficile da imparare nella vita è quale ponte attraversare e quale bruciare”. (David Russel)
Dio, nel Figlio, ci offre questo dono e, per riprendere l’espressione di prima, questo ponte: Una salvezza che ci conduce oltre a tutto ciò che è oggi.
Ecco perché abbiamo bisogno di Dio.
Se il tutto si limitasse a ciò che abbiamo di fronte, cosa resterebbe effettivamente?
Non facciamo altro che lamentarci dei nostri rapporti familiari e di amicizia, superficiali o momentanei. Cerchiamo ciò che è certezza nella vita.
La liberazione unica non viene dal mondo, come lo è stato in passato e lo è tutt’ora in altre forme, una liberazione che in realtà ci lega ancor di più all’effimerità della vita.
Nella notte di Natale vi riportavo la frase di un grande scrittore, l’autore del libro “Avere o Essere” Erich Fromm che diceva:” I consumatori moderni possono etichettare se stessi con questa formula: “Io sono ciò che ho e ciò che consumo”.
Non dobbiamo fare una lotta contro il consumismo o altro, ma una ricerca del senso della vita e del perché stesso della vita che dobbiamo vivere.
Io mi sforzo a viverla in tutto ciò che ritrovo nelle Sue parole:
” Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».
Oggi, “ora” come scrive San Giovanni l’evangelista, c’è un istante in cui tutto è un dono di Grazia perché la salvezza si è fatta carne in una certezza. La Presenza di Cristo è vera e totale.