La bellezza di questo giorno di festa coincide con la festa mariana della “Presentazione di Maria al tempio”, una festa legata alla Candelora-Presentazione di Gesù al tempio.
Tante altre Comunità parrocchiali festeggiano in altre date per la fine della peste, i terremoti o altro e “ringraziano” la Madonna e/o i santi, per la protezione divina nel pericolo.
Alcune riflessioni e testi scritti da vari teologi e sociologi, riportano cosa è avvenuto negli anni.
Quando c’è stata l’influenza spagnola, l’Europa cristiana di allora si è affidata all’intercessione della Madonna di Fatima. Oggi, invece, l’Umanità e, purtroppo, anche l’Europa cristiana, vive la ricerca di un senso, una risposta ma sempre più staccato dalla fede.
L’affidarsi ad un Altro si rivolge e invece si guarda più alla superficialità del mondo virtuale invece a Colui che può tutto.
Per noi, chi è veramente la Madonna?
Siamo qui a ricordare non solo l’evento dell’alluvione, come preghiamo durante la novena in estate, ma anche per il ringraziamento per la peste, il colera e il terremoto. (rileggiamo con attenzione i colloqui della novena)
Perché siamo qui?
Ci rivolgiamo alla Madonna della Pietra perché alla “Pietra-roccia” noi affidiamo la nostra fede.
Viviamo in Maria il dono di essere figli.
“Il professore, un intellettuale, uno la cui istruzione era maggiore dell’intelligenza, si prendeva gioco del ragazzo dicendogli: “Ma non vi è differenza alcuna fra Lei (la Madonna) e mia madre!”. “Questo lo dice lei – rispose il ragazzo – c’è un sacco di differenza tra i figli.“ — Fulton J. Sheen
La differenza ci porta a porre lo sguardo sulla realtà delle cose, come sul fare di una madre che non lascia passare il giorno se non porta con se’ e per te, quel gusto nuovo della vita.
Noi ci rivolgiamo ad un Altro nel momento della difficoltà e perché crediamo che la salvezza non è un nostro merito e non appartiene alle nostre opere.
Come scriveva l’ateo Dario Fo:”Se siete in crisi, vi sbattete in ginocchio e pregate il Signore, i santi e la Madonna che vi vengano a tirar fuori. Noi atei, al contrario, non ci possiamo attaccare a nessun Santissimo. Per le nostre colpe dobbiamo rivolgerci solo alla nostra coscienza.“ Eppure solo in Dio, ritroviamo quella Misericordia nuova alla vita. In Dio, noi viviamo il dono di essere figli. Siamo una Comunità che vive la festa di essere Comunità radunata come popolo e non come un insieme di persone.
“Una comunità di fede che non riconosce di esistere in funzione di un servizio attivo e disinteressato per la società, gli uomini, i gruppi e i suoi stessi avversari, perde la sua dignità, la sua tensione spirituale e la sua ragione d’essere, perché abdica all’impegno di seguire il Cristo.” HANS KUNG
Una comunità vive anche il sacrifico, anche l’essere qui, e magari per rinunciato alla comodità di partecipare alla S.Messa seduti comodi nei banchi o vicino casa. Senza aver dovuto camminare ecc…
Senza questo sacrificio, non si può amare una comunità.
Ogni volta che ci si raduna, si rinnova l’incontro con Cristo, si rinnova, cioè, quella fede che ci accomuna all’essere qui.
Ecco perché, per me, questa festa è diversa da tutte le altre.
Non è una festa di massa, non è una tradizione, non è un fare qualcosa, ma è la festa dell’essere Comunità.
Non possiamo sempre comprendere tutto. Si costruisce nel tempo.
Amiamo lo sguardo tenero di Maria. Madre dell’uomo. Madre di te.
“Il cielo non prende niente senza ripagare smisuratamente “(santa Edith Stein)
In cosa ci ripaga Dio? Oggi, festa di Cristo Re, abbiamo ascoltato il messaggio centrale dell’annuncio del Vangelo, il perché Cristo si è fatto carne, il perché questo avvenimento nella nostra storia:” Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».
È la Verità che è fatta carne. E’ questa Presenza che ci ama per ciò che siamo e ci porta al senso su dove andiamo.