Come già vi accennavo domenica scorsa, il vangelo di oggi, dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani, fa una ulteriore spiegazione di questo miracolo che non è legato alla materialità del pane e, quindi, ad una soddisfazione corporale. Nell’uomo c’è un bisogno più vero che è la sete e la fame di Dio.
Gli apostoli chiesero a Gesù:«Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?»
Cosa veramente è necessario?
Quale è la vera risposta al bisogno dell’uomo?
Non limitarsi al paternalismo o al qualunquismo che fa leva sulla folla ma che in realtà è undeviare la risposta, un oscurare il vero bisogno.
Ecco che Gesù dà una risposta concreta:”Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».
Diremmo che anche questa potrebbe passare per una risposta “vaga”, forse perché il termine “credere” lo riduciamo al solo sentimentalismo.
Se,invece, iniziasse a diventare reale, una concretezza di vita, allora capiremmo che l’invito di Gesù ci coinvolge con l’altro. Non siamo più un dare il pane che soddisfa lo stomaco solo per oggi e che sarebbe la stessa cosa anche se lo fosse tutti i giorni.
Dobbiamo essere risposta che cambia la vita.
Il Papa nel messaggio per la giornata dei poveri che si celebrerà il 17 novembre,per farci capire meglio il passo del vangelo di oggi, riporta questo passaggio: ”. L’elemosina, è occasionale; la condivisione invece è duratura. La prima rischia di gratificare chi la compie e di umiliare chi la riceve; la seconda rafforza la solidarietà e pone le premesse necessarie per raggiungere la giustizia. Insomma, i credenti,quando vogliono vedere di persona Gesù e toccarlo con mano, sanno dove rivolgersi: i poveri sono sacramento di Cristo, rappresentano la sua persona e rinviano a Lui”.
La fede in Cristo ci fa riscoprire il bisogno dell’uomo.
Dobbiamo essere pane che si condivide con l’altro, farsi prossimo e non aspettare l’occasione.
Dove attingere questa certezza, questa forza nel credere?
La moltiplicazione dei pani rimanda al dono del sacramento eucaristico.
Infatti il vangelo si conclude così:”Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose loro: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!».
Vivere l’eucarestia per quello che è:Un dono che ci fa essere appartenenza a Gesù, un legame che non ci lascia abbandonati.
“Come l’ancora a cui è attaccata la nave non permette che essa sia sbattuta di qua e di là, per quanti venti l’investano, ma le dà stabilità e fermezza, così è la speranza”. (San Giovanni Crisostomo)