venerdì, 22 Novembre 2024
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Omelia domenica 27 giugno( 13^ domenica del tempo ordinario anno B)


Oggi celebriamo la domenica in cui come Comunità parrocchiale festeggiamo anche la chiusura del mese dedicato al Cuore di Gesù.
Da qualche anno lo facciamo con la festa dell’Infiorata. Con questogesto ringraziamo Gesù per la bellezza del dono del Suo amore.
E’un amore compassionevole, un amore che si coinvolge nel Suo cuore.
Pensiamo al vangelo che abbiamo ascoltato:
”Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!».
Che passione possiamo leggere in queste parole!
E’la passione di amore per e con l’uomo che vive il dramma più grande, il dolore della figlia che ora non c’è più.
La stessa passione che Gesù ha vissuto in particolare con la vedova di Nain nell’accompagnare l’unico figlio morto.
Mi piace riprendere quel passo di Don Giussani che, a riguardo, diceva:
” Non piangere, perché non è per la morte, ma per la vita che ti ho fatto! Io ti ho messo al mondo e ti ho messo in una compagnia grande di gente!».
Ad ognuno di noi Gesù offre la Grazia di non sentirci mai smarriti, mai persi nella voragine del nulla.
Siamo chiamati a porci sempre con lo sguardo verso di Lui.
Gesù al padre della fanciulla chiede la fede .
”Non temere abbia fede”.
A noi rivolge l’invito a porre lo sguardo verso di Lui.
Secondo me non esistono le coincidenze o il caso.
Proprio all’inizio del mese del cuore di Gesù, mi è capitato di leggere per un attimo un pensiero di Don Giussani che offriva una meditazione su Marcellino pane e vino”.
“Per questo dico che gli occhi di Marcellino pane e vino sono la morale cattolica: uno sguardo pieno di meraviglia, di soggezione e di attaccamento senza eccezione, senza termine”.
Questo sguardo che noi poniamo nella fede, questa ricerca, questo dramma che ci coinvolge, si è verificato anche nella folla che era lì a consolare il padre della fanciulla. Anche un sacerdote, uomo che pratica la fede,si ritrova lì e si pone la domanda:
”Cos’è la fede di fronte a tutto questo?”.
Gesù si offre a noi come dono.
Il fiore che noi poniamo sulle tombe dei nostri cari è il simbolo della primavera nella resurrezione.
Spesso rischiamo di limitare il nostro sguardo solo a ciò che consiste in quel poco o niente che incontriamo nella vita.
Lo scienziato Newton scriveva:”Io mi vedo come un bambino che gioca sulla riva del mare e che, di tanto in tanto, scopre un ciottolo più levigato o una conchiglia più bella delle altre, mentre davanti si estende inesplorato l’immenso oceano della verità”.
Possiamo paragonare questo oceano inesplorato a questa via di fiore che ci porta oltre, alla realtà immensa di Dio.
Il sacerdote che alla fine della Messa concluderà passando sul tappeto di fiori per la benedizione della nostra città, è il segno di un amore che ci invita a partecipare all’amore immenso che Gesù offre all’uomo.