Da domenica scorsa, abbiamo ripreso il tempo ordinario, tempo in cui come Comunità parrocchiale ci prepariamo ad un’altra festa.
Lo facciamo con la Prima Comunione, in preparazione alla festa del Cuore di Gesù che celebreremo domenica prossima.
Mi ha colpito molto un brano del vangelo proposto dal nostro Papa Francesco in piazza San Pietro, in occasione della preghiera del 27 marzo 2020.
Proprio il nostro Papa diceva:
” Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”.
Noi e non solo i più piccoli, come Comunità, ci riconosciamo come Chiesa che è sulla stessa barca ed abbiamo bisogno di un timoniere che non abbandoni la nave.
Questo timoniere è Gesù che non abbandona la sua nave.
Rivolgersi a Lui: ”Allora lo svegliarono”.
La preghiera è questo destare la nostra fede alla ricerca di una risposta.
Egli si fa risposta alla nostra domanda: ”Si destò, minacciò il vento e disse al mare: ”Taci, calmati!”.
Nella Comunione eucarestia, noi viviamo questa Comunione con Gesù che si fa nella nostra vita. Quel capitano offre, innanzitutto, la certezza di non naufragare, neanche quando il mare o il tutto che ci circonda può apparire come la fine.
Siamo certi in Dio che Lui è ancora vera della nostra vita.
“Perché avete paura? Non avete ancora fede?”
Non dobbiamo temere di rivolgerci a Lui, ma non facciamolo dopo.
Viviamo sempre ogni momento come occasione per stare con Lui.
Noi adulti sicuramente ricorderemo il film:”Il vecchio e il mare”.
In una scena centrale il pescatore ha arpionato il grosso pesce e mentre lo trascina sempre più lontano, si rivolge a Dio e dice:”Dio mi aiuti a resistere?
Dirò centro Pater noster e cento Ave marie. Ma non posso dirle adesso”. Quindi pensa:”Considerale come dette: Le dirò più tardi”.(Hemingway)
Effettivamente anche noi spesso facciamo così. Rimandiamo a dopo, a domani, non perché siamo certi che Gesù è presente, ma perché diamo per scontato che la fede sia un qualcosa che abbiamo sempre, dimenticando che proprio dall’eucarestia riceviamo la Grazia di alimentare la fede.
L’esperienza del vangelo di oggi lo insegna a noi: ”Allora lo svegliarono e gli dissero:”Maestro, non t’importa che siamo perduti?”
Hanno già perso le speranze, pensano che tutto sia perduto.
Invece dovremmo imparare sempre quello che diceva il nostro Papa:
” Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi. Infatti, una volta invocato, salva i suoi discepoli sfiduciati”.
Gesù risponde sempre alle nostre preghiere.
Ricevere l’Eucarestia, partecipare alla Messa, è la più alta forma di preghiera.
Rafforza la nostra fede.
La fede (Bruno Ferrero)
“I campi erano arsi e screpolati dalla mancanza di pioggia. Le foglie pallide e ingiallite pendevano penosamente dai rami. L’erba era sparita dai prati. La gente era tesa e nervosa, mentre scrutava il cielo di cristallo blu cobalto.
Le settimane si succedevano sempre più infuocate. Da mesi non cadeva una vera pioggia.
Il parroco del paese organizzò un’ora speciale di preghiera nella piazza davanti alla chiesa per implorare la grazia della pioggia.
All’ora stabilita la piazza era gremita di gente ansiosa, ma piena di speranza. Molti avevano portato oggetti che testimoniavano la loro fede. Il parroco guardava ammirato le Bibbie, le croci, i rosari. Ma non riusciva a distogliere gli occhi da una bambina seduta compostamente in prima fila. Sulle ginocchia aveva un ombrello rosso”.