venerdì, 22 Novembre 2024
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Lo scricciolo e l’aquila (Andrea Panont)

Un giorno tutti gli animali, piccoli e grandi, furono invitati a par­tecipare ad una gara di corsa.
Partecipò anche lo scricciolo, ma tutti lo deridevano per la sua piccolezza, la sua fragilità. “Che presuntuoso!”. Lo tacciavano di presunzione perché, così piccolo e insignificante, ardiva partecipare a una gara così importante; ma lui, sorridente e spensierato, lasciava dire, lasciava ridere e deridere.
Un attimo prima dello sparo di partenza, si infilò inosservato tra le penne delle ali del più veloce di tutti gli uccelli: l’aquila.
Attese tutti al traguardo. Al traguardo tutti udirono la notizia: “Primo lo scricciolo, primo lo scricciolo!”.
La vita terrena è uno stadio; è un tempo consentito da Dio per la corsa verso il traguardo dell’eternità, il Paradiso: vince la corsa non chi possiede ottimo scatto, mezzi velocissimi.Dice il salmista: “Dio non apprezza l’agile corsa dell’uomo”. E il salmo continua: “chi si fida dei carri e chi dei cavalli…”, ma vince invece chi, facendosi piccolo, scompare e s’annida tra le mani di Dio.
Se non diventerete come bambini, non entrerete…, non ar­riverete.
E’ bello pensare che nelle mani di Dio c’è posto per tutti: e chi si mette nelle mani di Dio, è già arrivato.