Cosa celebriamo oggi?
È un’occasione in cui, come Comunità, per riportare al cuore una memoria, una data che ricorda un dramma che purtroppo ancora percorre il mondo. Nello stesso tempo, è anche una data che ci aiuta a capire che c’è sempre la speranza della pace che illuminerà le tenebre del male che sono le guerre.
Tra i tanti messaggi dei presidenti della repubblica, mi ha colpito quello del presidente Giovanni Leone:” Quando ricordiamo i nostri combattenti; quando ricordiamo i nostri caduti di ogni tempo, i mutilati, i veterani, gli invalidi; quando ci rechiamo ai cippi o ai monumenti posti in memoria dell’eroismo spesso oscuro della nostra gente, non facciamo omaggio a valori che attengono al concetto di guerra, ma a valori che esaltano la profonda umanità del sacrificio, dell’eroismo, della dedizione che sono perenni e comuni.”
Abbiamo bisogno sempre più di questi valori.
Una valore è tale se è un bene comune e non personale, un bene che coinvolge. Questo è anche il sacrificio perché il domani sia migliore dell’oggi.
Oggi è l’occasione per il domani.
Pensiamo alla scuola. Si invita sempre a partecipare a questo evento, perché, partendo proprio dal sacrificio dello studio, si costruisce e si sogna, perché no, un futuro vivo di storia.
“La pace è un sogno, può diventare realtà… Ma per costruirla bisogna essere capaci di sognare.” NELSON MANDELA
Anni fa ho visto il film “Brancaccio” che riportava la storia del Beato don Pino Puglisi. Mi colpiva la scena in cui, dopo aver tentato di distruggere il centro di accoglienza dei bambini di Brancaccio, invece di arrabbiarsi e di fare altro, come faremmo tutti, si mette al centro della strada e legge una poesia.
Questo ci aiuta a capire che la speranza per costruire un mondo migliore non è rispondere alla rabbia con la rabbia, alla guerra con la guerra.
Il male genera solo male. Ve lo dicevo l’anno scorso e ve lo ricordo anche oggi: ”Un modo per educarsi alla pace e’ smettere di giocare con i videogiochi di guerra”.
Il pensiero di Vegezio ”Se vuoi la pace, prepara la guerra” non penso proprio sia un principio da cui nasce la speranza.
Vi riporto, invece, una frase che leggevo ogni giorno quando andavo al mio paese. Su un muro, un murales quindi, c’era scritto:”Più lavoro, meno guerra, uguale pace”.
Chi siamo noi e perché siamo qui se non per essere costruttori della pace, per vivere e dare così un senso alla vita?
Concludo con il già citato Don Pino Puglisi:«Ognuno di noi sente dentro di sé un’inclinazione, un carisma, un progetto che rende ogni uomo unico e irripetibile. Questa chiamata, questa vocazione è il segno dello Spirito Santo in noi. Solo ascoltare questa voce può dare senso alla nostra vita».