martedì, 26 Novembre 2024
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OMELIA DOMENICA DELLE PALME – ANNO A 2020


Nell’autunno passato, durante la celebrazione di un rito delle esequie, ho vissuto un’esperienza particolare che, all’apparenza, può apparire che il celebrante non si coinvolga in tutto questo, come se tutto fosse un’abitudine. Ogni dipartita in cielo di un parrocchiano, invece, è come se un tassello venisse tolto dal puzzle della Comunità. Noi, sostenuti da una fede non sentimentale, ci sforziamo di immaginarlo in un disegno più grande che è il regno dei cieli.
Proprio nelle occasioni in cui ci si sente di avere “gli occhi addosso” come per dire ”Vediamo come se la cava”, mi guardai attorno e pensai:”Cerco un volto amico”, cerco, cioè, un punto di riferimento, un’amicizia che mi aiuti a capire di non essere solo. “Tu lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fa più. E d’un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno – uno sguardo umano – ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice. (Dal Film “Andreij Rublev” di Tarkovskji)
Immaginai per un attimo la scena di Gesù quando, nel Pretorio romano, venne condannato dalla folla. Anche Lui cercava un “volto amico”. Anche quando si trovava sulla croce, come ogni uomo che soffre, cercava una mano amica che lo sostenesse in quel passaggio unico di ogni uomo.
Nella nostra vita, desiderosi di arrivare ad una meta, viviamo un cammino. Ci ritroviamo sempre a confrontarci, vogliamo comunicare e desideriamo che altri si incamminino con noi. Allora diventa un confronto che potrà anche turbarci, ma che nello stesso tempo desideriamo.
Gli amici si meritano. E bisogna meritarli sempre, senza interruzione, correndo ogni giorno il rischio di contraddirli e di perderli”. (George Bernanos)
Gesù vive il cammino del calvario in una serie di incontri su cui meditiamo nella Via Crucis “La vita è un viaggio. Le fermate migliori sono le persone speciali”. (Angelo De Pascalis)
Tale incontro oggi tocca anche noi perché la domanda del “Perché la vita vale“ ci porta a vivere un cammino verso…
Il sacrificio che noi viviamo ha valore se, come Cristo, viene condiviso con l’uomo.
L’amore di Cristo è condivisione perché avviene al di là del tuo assenso o meno al Suo cammino.
Il Suo è vero amore proprio perché ha atteso la tua adesione, ha lasciato a te la libertà di essere o meno quel volto amico che Lo cerca.
“L’amicizia è sempre una dolce responsabilità, mai un’opportunità”. (Gibran)
Non siamo per caso sulla strada in cui incontriamo Cristo. Egli ci guarda e chiede a noi quel volto amico che diventi cammino verso…
Come diceva il Card. Comastri la 2^ domenica di quaresima, riferendosi al dramma del coronavirus:”La prova di questa epidemia, è un avvertimento, è qualcosa che Dio usa per farci riflettere, per spingerci nella strada del bene. Non perdiamo occasione”.
Quale sia la nostra meta, lo sappiamo: E’ e rimane l’incontro con Cristo, quell’incontro che ci fa riscoprire il valore che noi siamo.
Nell’omelia della domenica delle Palme, ripropongo sempre la figura degli Apostoli che di fronte a Gesù vivono anche loro lo smarrimento nel chiedersi cosa è tutto ciò: Il processo, il calvario e, infine, la Croce.
Ma solo in questo porsi di fronte a Lui l’uomo riscopre che c’è un senso solo se prima ci riscopriamo amati da un amore vero.
Quello di Gesù è un amore che non chiede condizioni o contratti, ma un affidamento alla Verità.
“L’amore è il significato ultimo di tutto quello che ci circonda. Non è solo una sensazione, è la verità, è la gioia che è la fonte di tutta la creazione”.RABINDRANATH TAGORE
Nella fede noi riconosciamo in Cristo questa fonte che disseta la nostra domanda.
Io prego che in questa folla ci sia il mio volto che guarda il crocefisso e offra la sua amicizia e che come la fragilità degli apostoli, si affidi più alla Sua Misericordia che alle sue capacità amatoriali.
Siamo di fronte a Lui perché l’amore ci chiama ad essere quel che siamo e, come dissi ad un funerale di autunno, anche oggi ripeto a me stesso il monito di san Giovanni Paolo II: ” Non abbiate paura! Anzi spalancate le porte a Cristo! Non abbiate paura! Cristo sa “cosa è dentro l’uomo”. Solo lui lo sa!”
E pur vero che si sentiamo smarriti, siamo qui, solo noi sacerdoti, senza il popolo che fa festa, abbiamo dato per scontato tante cose, è il tempo dell’umiltà, come Maria e san Giuseppe che dopo aver smarrito il Figlio, tornano indietro e lo cercano.
Siamo sempre in ricerca del senso della nostra vita, e lo ritroviamo dove lo abbiamo incontrato, in Cristo.